Léon Monroe

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    How Much Pain can you take before your Heart Breaks?






    L’ennesimo errore.
    Inciampo sulle mie stesse azioni, sulle mie stesse parole.
    Una creatura perfetta- come dovrei essere io- non ha bisogno di domandare aiuto, non commette sbagli,non cade. Un vampiro non dovrebbe perdere tempo a scribacchiare quattro parole sconnesse su un quaderno a righe dalla copertina colorata al centro della quale campeggia un cucciolo li Labrador Retriver con la testa inclinata ed uno sguardo curioso. Mi guarda ed io rispondo sollevando un sopracciglio. E’ incredibile che proprio io mi soffermai ad osservare un quaderno.
    Il perché risale a qualche giorno fa.
    Dopo l’ennesimo passo falso di una lunga e dolorosa serie dannata, decisi di fare qualcosa per cambiare la situazione. Per provarci.
    Cosa fanno gli umani quando hanno un problema e riescono ad ammetterlo? Psicologo. Chi non realizza di avere dei problemi si consola con altro…droga, alcol, tradire il proprio partner, tagliarsi le vene…
    Non si può tornare indietro…solo progredire o, al contrario, regredire.
    Io sto tentando di conseguire la seconda, tra le due…per questo l’elenco telefonico poggiato sul pavimento, alla destra del tappetino, alla base della mia porta di casa mi sembrò così interessante. La polvere lo ricopriva di una patina leggera, appena palpabile, di argento vivo. Si trovava lì da quando mi ero trasferito e non lo avevo mai degnato di uno sguardo, pur sapendo che era stato lasciato dal portinaio per me.
    Sfogliando le pagine sottilissime in cerca di un numero telefonico che corrispondesse a ciò che cercavo, lessi le lettere chiare infondo al foglio sinistro, esattamente sull’angolo più esterno. Recitai in un sussurro che riecheggiò all’interno del mio attico quasi privo di mobili:

    <p align="center">Doc. Adamo Grimaldi
    Studio di psicologia e pedagogia clinica



    Telefono cellulare, fax e via erano indicati subito dopo.
    Avrei voluto recarmi in Reiter Street subito, ma non lo feci, dovevo andarci con i piedi di piombo.
    Mi ispirava il nome e non potevo basarmi solo su quello per la scelta di un medico psicologo, dato che non avevo nessuno su cui contare : avevo mandato tutto a puttane, sembrava fosse l’unica cosa che io sapessi fare. Partecipai ad un colloquio con ciascun psicologo o counselor presente sull’elenco. Pura idiozia? Forse. Sicuramente. Ma non potevo certo permettermi di prendere una scelta sbagliata per buona.
    Il Doc. Grimaldi, mi ricevette di lunedì alle 16.00. Pioveva.
    Lui: anziano. Ironicamente pensai che dimostrasse gli anni che avevo io. Occhi verdi con sfumature castane, più vivi che mai. Testa lucida, libera da qualsiasi ciuffo di capelli. Barba grigio-bianca, abiti classici, ciabatte di pile a fantasia scozzese e pipa- spenta- alle labbra che affioravano dalla folta barba.
    Era di altezza considerevole e mi fissava dalla comodità della sua poltrona imbottita, color castagna, girevole. Zitto. Mi guardava e basta. Io facevo lo stesso sulla mia sedia di vimini, color mogano.
    << Mi dica>> disse infine, oltre la scrivania che ci divideva.
    << Cosa dovrei dire? Mi faccia delle domande Non funziona così di solito? >>
    Si mise a ridere ed io mi lasciai sfuggire un ruggito spazientito, con gli occhi stretti a due fessure.
    << Mi prende in giro?>> Dissi velenoso.
    << Si>> Rispose con una sincerità strabiliante, pura come quella di un bambino.
    << Non mi ha nemmeno teso la mano per salutarmi>> Continuò.
    << Quindi? Lei non si è nemmeno presentato…e ha anche snobbato il mio sorriso di saluto>> Protestai.
    << Si sbaglia… I suoi sorrisi sono così ingessati che potrebbero essere scambiati per paralisi facciale>> Continuava a sorridere compiaciuto.
    << Se ha voglia di ridere guardi la sua e non la mia di facci, oppure accenda la TV su uno spettacolo di cabaret: li fanno apposta>> Mi alzai e mi diressi verso la porta contenendo la voglia di squarciargli la gola.
    << Voleva essere un test: lei lascia sempre tutto a metà?>>
    La sua cadenza era interrogativa, ma il suo tono mi fece capire che quella domanda, per lui, era un’affermazione.
    Se non mi avesse parlato in quel modo non sarei mai ritornato al suo studio.

    Edited by 'NewJersey - 9/12/2010, 19:23
     
    Top
    .
  2. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    Dear...Diary



    Lunedì di una settimana dopo.
    << Non ha una bella cera>>
    << In questi casi si dice “apprezzo la sincerità”?>> Risposi al Doc. Grimaldi facendogli capire con uno sguardo ed una smorfia eloquenti che non mi era piaciuto affatto il suo commentino.
    << Riesce a dormire almeno una sera alla settimana?>> Era chiaro anche per lui che non chiudevo occhio. Come avrei potuto? I vampiri non dormono. Ma qualcosa mi suggeriva che anche se fossi stato umano, non sarebbe cambiato nulla: le mie occhiaie non avrebbero fatto sciopero.
    << La vedo poco motivato>>
    << Lei non mi piace>> Mugugnai.
    Sorrise e poggiò la pipa immancabile e sempre spenta sulla scrivania.
    << Non starebbe parlando con me se fosse così>>
    Il suo studio profumava d’incenso, ma non si vedeva alcun bastoncino ardere. Maschere africane, vasi, tappeti, un’enorme libreria, un lettino rosso [ << Solo per fare impressione a chi viene>> come disse lui], piante grasse e non, un acquario, fogli ovunque, mobili etnici, penne colorate come le tende alle finestre. Sembrava di stare in Marocco, se non fosse stato per le maschere che stonavano con il resto.
    << Mi dica la prima cosa che le viene in mente. Senza pensarci su…oh, escluso un bel vaffanculo rivolto a me>> Sorrise affabile.
    Abbozzai un sorriso anche io, “ingessato”, come diceva sempre lui.
    << Oltre al fatto che lei deve andarsene a quel paese con un biglietto di sola andata? Ok, mentre venivo qui ho visto un fiore isolato al centro di un giardino, circondato dall’erba verde che profumava di primavera. I fiori mi mettono malinconia…o…non lo so esattamente cosa provo. E’ strano. Ah non ho detto che era una primula, solo le primule mi fanno questo effetto, ma più che malinconia è un senso di insoddisfazione… non lo so, sto vaneggiando>>
    Mi portai una mano alle tempie, sentendo una stanchezza immaginaria che mi appesantiva.
    << Almeno mi ha risposto senza sputare veleno, o quasi>> Fece lui parlando dolcemente, pur sapendo che mi avrebbe infastidito.
    <<allora provi, adesso, a parlarmi di un ricordo della sua gioventù>>Si protese sulla scrivania e iniziò a giocherellare con il tappo di una penna verde iguana, senza smettere di scrutare il mio viso contratto.
    << No>>
    << No?>>
    <<non ho ricordi>> Spiegai corrucciando le sopracciglia, nel trovare strane le mie stesse parole.
    << Questo è un problema, dove si fermano i suoi ricordi?>>
    “A quando sono diventato vampiro, no? Dopo i classici 3 giorni di dolore: non ricordo nemmeno quelli”
    << Ero a Cuba, sulla costa, senza vestiti addosso>> Parola di lupetto.
    << Mmmm…>> Corrugò la fronte.
    << Posso sdraiarmi sul lettino?>>
    << Non siamo in un film>> Sbottò.
    Sollevai le spalle e andai lo stesso a sdraiarmi. Non potevo vedere il medico da quella posizione: lui era oltre la sedia sulla quale stavo prima e io gli davo le spalle.
    Sbuffò ed io sorrisi sadico.
    << D’ora in poi scriva le sue memoria>> Ecco perché prima parlavo dello stupido quaderno col cucciolo.
    << Non mi interessa se non ha senso, lo faccia e basta>> Ordinò, prevedendo ciò che avrei detto. << Inoltre, inizia ad occupare il proprio tempo in maniera attiva…perché non la vedo in forrma>>
    << Ma se sono un figurino!>> Protestai.
    << Non parlo dei suoi addominali, sia un po’ modesto, per piacere>> Sospirò ed io lasciai che procedesse con i suoi ordini. << Esca presto di casa dopo aver fatto una colazione sostanziosa e una doccia…lei è sciupato e odora di morto.>> Mi provocò, ma io non abboccai. Rimase sorpreso che la mia impulsività, non si fosse accesa, ma continuò << Si iscriva in palestra, faccia nuove amicizie, non si isoli, non faccia lo stronzo, pranzi con qualcuno…lei vive da solo vero?>>
    << No, con mia madre>>
    << Dato che vive da solo, ceni e pranzi con gli amici- quelli che riusciranno a sopportarla->> Disse in tono acido e io tacqui. << Faccia passeggiate, vada al cinema, in bici, a pesca, a puttane se vuole- anzi glielo consiglio-, ma si attivi, per l’amor di Dio, oppure morirà prima di aver pagato la mia parcella>> Puntualizzò. Iniziava a piacermi, anche se era un bastardo con la licenza. Ma forse lo era solo con me.
    << Si diverta e scriva tutto da qualche parte…non deve leggerlo a me. Prenda il suo diario di Barbie California e annoti tutto. Anche le volte che va in bagno o quelle in cui riceve un due di picche…per questo avrà molto da scrivere…>>
    Feci una smorfia, ma lui non la vide. << Si lasci andare, faccia qualche pazzia, ma non ammazzi nessuno e non si suicidi, perché le devo presentare la fattura>> Sbuffai.
    << Ha finito?>> Lo sentii annuire con i miei sensi.
    Mi alzai << Ricordi di lavarsi i denti e che le prostitute non sono gratis, quindi si trovi anche un impiego e faccia qualcosa di utile per questa società>>
    Sorrise mieloso, beffandosi della mia faccia infastidita, mentre sventolava la fattura da pagare.
    << Lei ricordi di annegarsi, dottore>>

     
    Top
    .
  3. Dambro92
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Geniale...
     
    Top
    .
  4. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Addirittura?! o____O
     
    Top
    .
  5. Dambro92
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    E' geniale davvero
     
    Top
    .
  6. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    W O W, grazie!
     
    Top
    .
  7. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    Looking For…



    << Faccia rapporto>>, iniziò coì il nostro incontro, dopo un mese dall’ultima volta.
    << La sua segretaria ci prova senza pudore! Non è professionale!>> Simulai un’espressione scandalizzata. Lui scosse la testa, la segretarie del Doc. Grimaldi era una sessantenne decrepita che leggeva tabloids con un’avidità indescrivibile.
    << Ho fatto il concorso per diventare stuart >>
    << E…?>>…sorrisi compiaciuto << Mi hanno preso, ovvio. Conosco le lingue necessarie e sono un bell’uomo. La divisa mi dona e anche il “salva vita” giallo>> Mi rivolse una smorfia disgustata << Ha passato l’esame…e pensa di poterlo fare? Pensa di potersi sottoporre a questo stress?>> Mi guardò come si fa con un bambino privo di difese.
    << Volo quattro volte al mese, mi sembra fattibile>> Avevo pensato alle mie debolezze e ai miei bisogni di vampiro che dovevo soddisfare: massacrare tutti i passeggeri ed il personale per poi teletrasportarmi e far cadere l’aereo senza pilota sulla testa di chissà chi, era troppo anche per me.
    << Volevo fare “l’accompagnatore”. E’ utile alla società -come ha detto lei- , soprattutto alle donne>>
    Dissi malizioso << Poi, però, ho preferito fare il pizzaiolo. Sono un mago in cucina e farmi assumere è stato semplice>>
    << Come avrà notato dal mio nome …>> indicò la targhetta dorata sulla quale era inciso il suo nome completo, posta davanti a me sul bordo della scrivania etnica << …sono italiano, dovrei giudicare io, ma…>>
    <<… ma c’è il rischio che la pizza sia avvelenata e impastata con cacca di topo e zampe di scarafaggi?>> Conclusi per lui, scherzando.
    << So che mi vorrebbe morto, signor Monroe>>



    Something Usefull



    Non avevo mentito al dottor Grimaldi. Avevo trovato lavoro con facilità.
    Non ero andato a puttane e non avevo toccato nessuna donna, nessun uomo.
    La mia intolleranza verso i contatti fisici si era presentata con più violenza. Di palestra non se ne parlava: troppa gente. Preferivo correre al parco di mattina. Avevo comprato dei pantaloni larghi, lunghi alle ginocchia e neri dal tessuto semi lucido, una canottiera larga come i pantaloni, dei Red Socks, delle scarpe da ginnastica non troppo professionali…con il mio primo stipendio.
    Fortunatamente era tutto scontato e non dovevo preoccuparmi di pagare l’affitto perché avevo già comprato l’attico senza chiedere un mutuo, con i miei ultimi soldi…che avevo guadagnato sfilando per un breve periodo sulle passerelle di Mac Jacobs…quindi non erano pochi se li aggiungevo a quelli dei servizi fotografici. Con il resto dello stipendio pagai le bollette di luce, acqua e gas che fino ad allora non avevo mai utilizzato…nulla era funzionale prima. Restavo al buio, non dovevo cucinare e non mi serviva nemmeno la doccia.
    Non devo fare la spesa perché il mio organismo [ se così si può chiamare] non ha bisogno dello stesso cibo di cui si nutrono gli umani. Per questo ogni sera, ho preso l’abitudine di andare a caccia senza strafare, e rimanendo invisibile.
    Potrei far passare dei giorni tra un pasto e l’altro, ma nutrendomi in maniera regolare, distribuisco meglio il mio tempo e il mio corpo sembra più vivo: le occhiaie si sono attenuate, gli occhi non sono più neri ma castano-dorato, le gote sono sormontate da un velo più roseo, le guance meno scavate, le labbra più rosse e la fronte meno contrita.
    Sopravvivo, con più trasporto, ma senza sentirmi ancora parte di questo mondo.
    Dovrei essere morto.

     
    Top
    .
  8. Dambro92
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    ma io leon lo detesto proprio eh...e non sto scrivendo in spoiler....
     
    Top
    .
  9. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Che vuol dire?? xD
     
    Top
    .
  10. Dambro92
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Era una battuta..voleva dire tipo "io detesto leon ...ed e' una balla perche' dico anceh che non sto scrivendo sotto spoiler..."
     
    Top
    .
  11. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Grazie per la delucidazione xD
     
    Top
    .
  12. Dambro92
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Non capisci ne' i film ne' le battute ora? xD
     
    Top
    .
  13. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Senti, oggi non capisco peggio del solito che stavo guardando Adam Levine alla Tv e puoi capire...no? xD
     
    Top
    .
  14. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    I’m not to Blame



    E’ così strano dover lavorare. Sicuramente in quel periodo annebbiato della mia vita lo avevo fatto, oppure, non so, magari non avevo alcun impiego perché vivevo di rendita, avevo ricevuto una grande fortuna da chissà quale parente passato a miglior vita…oppure non possedevo nulla di tutto ciò, arrancavo, trascinandomi dietro una pesante vita da miserabile.
    Da quando avevo superato l’esame per assistente di volo, ero partito un po’ di volte ma una mi era rimasta impressa: un viaggio da Manhattan al Texas, Austin. Cos’avevo imparato? Che volare mi piace anche se sul volo di linea non si prova molto gusto; non si è mai troppo giovani per essere adescati da una vecchia zitella seduta dalla parte dell’oblò, con i denti macchiati di rossetto color salmone; che esistono ancora persone che si vestono come Kid Rock agli esordi, in Texas.
    Ho realizzato, per l’ennesima volta, che io non posso nutrirmi come gli esseri umani…eppure vorrei tanto, soprattutto perché non posso nemmeno immaginarli i sapori, non avendone memoria alcuna. Il mio palato mi implora, anzi, è la mia mente che ha questo desiderio, il mio palato e la mia lingua sono assuefatti dal sangue, certo non da quello umano che sarebbe infinitamente migliore di quello animale. Ma ho scelto di astenermi dall’uccidere esseri umani, a meno che la situazione non sia così critica da portarmi all’esasperazione.
    Non sopporto che la gente mi tocchi.
    In quel senso sto peggiorando, mentre per altre cose faccio passi avanti. Eppure lavorare e svolgere attività, costringe le persone ad avere anche un contatto fisico. A partire dalla semplice stretta di mano amichevole e cortese. Io mi limito ad un sorriso gentile, il meno ingessato possibile.
    Viaggiare è splendido, e sembra banale ma è così. Il Texas ha un calore particolare, non solo per quanto riguarda la temperatura improponibilmente elevata – non per me, ovviamente- . Il Texas non si sposa bene con la mia pelle e con la mia personalità: siamo due mondi a se stanti, ma, strano a dirsi, mi attira particolarmente.
    L’hotel in cui ho trascorso la notte, prima di ripartire con il volo di Manhattan, era in puro stile cowboy. “Non isolarti” aveva detto quel bastardo del mio medico. Lasciai la mia camera dai colori caldi, dopo aver poggiato la mia piccola valigia- quasi una 24 h- ed essermi cambiato d’abito. Presi un tavolo alla sala da pranzo, ordinai una bistecca al sangue con contorno. Fissai il mio piatto pieno, la gente che ballava e rideva sguaiatamente accompagnata dalla musica country del juke box classico.
    Si divertivano, io assistevo passivamente.
    << Non ti piace?>> la mia collega indicò il mio piatto ormai freddo e si sedette di fronte a me prima che potessi protestare. <<ho raziato il mnibar della mia stanza…e adesso non ho il coraggio di toccare altro. Non sarebbe molto vantaggioso fare un’overdose di cibo>> provai a scherzare, ma ero ancora insicuro. Avevo sparato una stronzata a caso rendendomi sicuramente ridicolo.
    Lei, invece, sorrise e trascinò il piatto ampio davanti a sé, lanciandomi uno sguardo prima di prendere tra le dita una patatina fritta, squadrata –una di quelle surgelate- , e successivamente al portò alle labbra per morderne un’estremità con i denti bianchissimi. Era impeccabile in tutto, me ne resi conto solo allora. Capelli mossi biondi, non c’era ciocca che non seguisse la corrente della chioma fluente, non un filamento d’oro fuori sede. Trucco lieve, appena accennato, che velava di fondotinta le sue guance piene; l’ombretto color ecrù era leggermente sfumato alla coda dell’occhio ed appena visibile. Rimmel per infoltire e dare forma alle ciglia color birra. Occhi castano chiaro, vivaci, curiosi, leggermente maliziosi, ma non in maniera volgare.
    Sorrideva ancora- lucida labbra trasparente- quando iniziò a tagliare la bistecca con le mie posate. << Non parli molto>> Constatò inclinando il capo.
    Portava una camicetta bianca sagomata ed un paio di jeans blu sbiadito. Abbigliamento molto sobrio e semplice, reso più elegante, però, dagli orecchini di perle fini e dalle scarpe di vernice nera lucida dal tacco considerevolmente alto. Scossi il capo e abbozzai per la prima volta un sorriso, rassegnato.
    << Parlo io se vuoi. Anche se non vuoi: quando prendo il via non mi ferma più nessuno…>> ammise, con un po’ di timidezza che increspò quel sorriso sicuro fino ad allora. << Mi chiamo Dana, ma questo già lo sai…sono giorni che non ho tregua: un volo dietro l’altro e non vedevo l’ora di arrivare in hotel per un po’ di riposo e per mangiare qualcosa di più sostanzioso rispetto a quello che si trova in aeroporto>> rabbrividì per dare più enfasi alle sue parole << A proposito…grazie>>
    Indicò con la punta del coltello il piatto ormai parzialmente vuoto, mentre avvicinava alla bocca un pezzetto di carne infilzata dalla forchetta d’argento.
    << Io ho orari molto più flessibili….non posso assentarmi molto da Manhattan, il perché è un’informazione riservata>> Dissi infine, per evitare eventuali domande.
    <<in verità…ho scommesso con le altre che ti avrei portato a letto>> sorrise con più timidezza. La guardai sorpreso, poi intravidi un paio delle nostre colleghe insieme allo stuart. Si trovavano a sei tavoli di distanza e lanciavano occhiatine maliziose e “teoricamente” discrete al nostro tavolo.
    << Qual è il premio?>>
    Lei sollevò le spalle mettendo da parte il piatto ormai vuoto.
    <<hai appetito…comunque…ok>>
    Sgranò gli occhi e poi sorrise compiaciuta.
     
    Top
    .
  15. { New Jersey.
     
    .

    User deleted


    Dry Fire



    << Dormi qui e di che siamo stati insieme, io sto sul divano. Ho il sonno molto leggero, quindi, per favore, non russare e non parlare mentre dormi. Se sei sonnambula ti lego al letto>>
    Lei sorrise sentendo le mie parole, poi si sedette sul bordo del mio materasso e osservò il vampiro che si trovava sul bracciolo del piccolo divano, opposto al letto.
    << Io non ti piaccio proprio eh? Non c’è nessuna tra di noi che vorresti avere?>> chiese un po’ sconsolata ma realista.
    << Tutte e nessuna>> lei abbassò lo sguardo e potei scorgere un velo di delusione sul suo viso. <<sei molto bella…>> aggiunsi, come per riparare alle mie parole. Sentendomi si alzò lentamente e mi si avvicinò. Curvò la schiena per chinarsi su di me. Socchiuse appena le palpebre e mi sfiorò con il suo respiro, tanto vicina che la sua pelle non sembrava più così perfetta ai miei occhi. Rimase ferma, voleva una risposta di assenso o meno da me.
    Scivolai giù dal bracciolo finendo sul divano in se, << Scusa>> mormorai. Dana sorrise e scosse il capo come fa un dottore quando il paziente non ha più speranze.
    La notte trascorse silenziosa inizialmente, e io, che ero rimasto vestito, mi trovavo sdraiato a pancia in su con le braccia incrociate al petto, la metà delle gambe fuori dal divano troppo corto, lo sguardo al soffitto oscurato e una coperta simbolica addosso.
    <<sei sveglio?>> la voce di Dana spezzò il silenzio notturno. Saranno state le 4 del mattino. Non fiatai.
    << Si, sei sveglio. Ma sei gay?>> Senza peli sulla lingua.
    << Dana, hai seguito un corso speciale per rompere le palle al sottoscritto?>> Ridacchiò sentendomi sbuffare.
    << Non vuoi dirmelo? Ma scusa, quale uomo direbbe di no ad una donna disponibile?>> Disse con ovvietà.
    << Solo un idiota o un omosessuale>> risposi io con scarsa enfasi.
    <<vuoi torturarmi per il resto della notte con questa storia?>>
    << Forse sei solo un bravo ragazzo>>…sussurrò dopo una lunga pausa di silenzio nella quale io non risposi, poi si addormentò cadendo in un sonno profondo.

     
    Top
    .
17 replies since 23/8/2010, 17:34   149 views
  Share  
.