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Adam Reed 
Finalmente la nostra nuova casa era stata completamente sistemata. Gli scatoloni e lo scotch da imballaggio avevano lasciato le nostre stanze da un pò ormai e non si vedeva più in giro quel disordine tipico di ogni trasloco...anche se a me non dispiaceva, ma una famiglia di cinque persone fa fatica a muoversi in un ambiente così, reso angusto dalle scatole di cartone color sabbia scuro.
Questo significava che avevo mezza giornata libera, il pomeriggio. La mattina l'avevo dedicata alla scuola d'arti sceniche ed ero abbastanza esausto persino per stare in casa a non fare niente.
Anche perchè io non ero mai stato un tipo troppo sedentario, dopo un pò ho bisogno di muovermi e di impegnarmi in qualcosa...qualsiasi cosa, anche banale.
La giornata non era male e quel pomeriggio non era neanhe tanto gelido come mi aspettavo, anche se non mi era stato possibile utilizzare il mio solito abbigliamento da spiaggia.
Avevo scelto un fazzoletto di terra coperto da uno strato soffice d'erba umida...mi ero seduto con le gambe incrociate ed avevo iniziato a farmi compagnia con la mia sola chitarra unitamente al suono della mia voce.
Iniziai a canticchiare una canzone che avevo in mente da tutta la mattina, The Streets of Love, dei Rolling Stones...una delle mie preferite in assoluto.
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Madison Nichole Landner
Era tempo che non mi concedevo una pausa. Ultimamente tendevo ad occupare ogni instante libero con qualsiasi attività; per non pensare, probabilmente. Se mi fossi ritrovata da sola con i miei pensieri, meditavo, avrei finito col riportare a galla ricordi che era meglio non disseppellire. Ma dopo il viaggio, il trasloco e tutti i lavori che avevo svolto in quei giorni, quello di cui avevo bisogno era un po’ di serenità. Per questo mi ero avventurata presso il lago, alla ricerca di un po’ di pace. Mentre i miei passi calcavano il terreno udii, poco distante, il suono di una chitarra. Rolling Stones. Niente male.. -
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Adam Reed
Devo ammettere che mi lasciai un pò andare inizialmente, con la mia "interpretazione" della canzone, ma ero certo che non ci fosse nessuno nei paraggi...almeno fino ad allora.
Il sole timido illuminava il prato e la vegetazione circostante, ricaldando un pò anche il mio viso e le mie spalle, fortunatamente anche le mani ricevettero i benefici dei raggi solari, dato che la temperatura era abbastanza fredda ed io portavo i guanti tagliati apposta perchè potessi suonare con facilità le corde della mia chitarra.. -
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Madison Nichole Landner
Mi lasciavo condurre dalla musica, avvicinandomi al punto dalla quale proveniva. Era una versione un po’ rivisitata dell’originale Streets of Love, ma da mani esperti che le donavano un ritmo coinvolgente. Ero giunta con pochi passi nei pressi del ragazzo le cui mani scivolavano abili sulle corde della chitarra. Gli stivali affondavano nel terreno ghiaioso, producendo un rumore che sicuramente non sarebbe passato inosservato allo sconosciuto. Rimasi lì, in piedi, a pochi passi da questo, il corpo in direzione del lago. Non gli avrei rivolto la parola se prima non l’avesse fatto lui, oh no; io non facevo mai il primo passo.
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Adam Reed
Aggrottai le sopracciglia quando avvertii un suono estraneo sia alla mia voce che alle note suonate dalle mie dita.
Mi voltai automaticamente, per guardarmi alle spalle e vidi qualcuno che prima non c'era.
Una ragazza dai capelli chiari che le illuminavano il viso.
Le rivolsi un mezzo sorriso, e arrossi llievemente perchè fino a quel momento mi ero immerso nella canzone come si fa quando si pensa di non essere visti da nessuno e non avevo idea da quanto tempo stesse ascoltando.. -
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Madison Nichole Landner
A quanto pare non si era affatto accorto della mia presenza fino ad un secondo fa. Sorrisi di rimando, per cortesia, più che come tentativo di approccio. E per lo stesso motivo aggiunsi, modulando la voce in un tono cordiale: Mi dispiace averti interrotto, sei molto bravo.
Un soffio di vento, che portò alle mie narici l’odore dell’acqua lacustre, mi scompigliò un poco i riccioli biondi che andai subitamente a sistemare con un gesto della mancina, e smosse il portachiavi che penzolava dalla mia tasca, il quale produsse un suono leggero e cristallino che si propagò nello spazio immobile.
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Adam Reed
Chinai lievemente il capo in risposta al suo complimento e sorrisi per ringraziarla.
Non avevo intenzione di atteggiarmi a finto modesto nè, tantomeno, di vantarmi come se possedessi almeno un millesimo della bravura di Jimi Hendrix, perciò non dissi nulla in merito a ciò.
Piuttosto, smisi di arrossire e la mia pelle riprese un colorito più umano e normale, permettendomi di esprimermi senza il peso dell'imbarazzo.
-Non c'è problema...piuttosto, spero di non averti fatto un'impressione negativa...dovevo sembrare un esaltato-
Dissi, ridendo nervosamente e notando che la ragazza si trovava ancora non troppo vicina a me e in piedi.
In quel momento un venticello soffiò su di noi, muovendole la chioma in maniera sinuosa e facendo tintinnare le chiavi che portava alla tasca, mentre su di me provocò un brivido che mi scosse le spalle.
Ero abituato ad un clima completamente differente io, anche se avevo un ottimo spirito di adattamento e sapevo che mi sarei adeguato molto in fretta anche a quelle temperature fredde tipiche dell'inverno che dalle mie parti era un estraneo.. -
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Madison Nichole Landner
Anche quando mi rispose continuavo ad osservare il lago, le braccia conserte appena sotto il seno e lo sguardo imperscrutabile. Il vento non mi dava alcun fastidio, sebbene indossassi solo una camicia quadrettata a maniche lunghe con sopra una giacchetta smanicata. Abituata com’ero alle rigide temperature canadesi, il clima di Manhattan mi era parso tropicale.
Un esaltato con una bella voce, risposi, voltando a questo punto il capo quel tanto che bastava per osservare il ragazzo con la coda dell’occhio. Rimasi per qualche secondo in silenzio. Non ero mai stata una gran chiacchierona.
E vieni spesso qui a fare l’esaltato? continuai, piegando l’angolo della bocca in un mezzo sorriso.. -
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Adam Reed
Continuai a guardarla in viso, ma il suo sguardo sembrava perso, quasi distaccato dalla realtà.
I suoi occhi si dedicarono alla contemplazione del lago ed io non avrei saputo biasimarla: quel posto era meraviglioso.
Dopo un pò decise di dedicare anche a me un pò di quell'attenzione.
-Bè, grazie....si fa quel che si può-
Risposi in tono un pò scherzoso, sollevando le spalle e sorridendo al suo mezzo complimento.
-In realtà mi sono trasferito qui da poco e non ho avuto molto tempo per fare l'esaltato in pubblico...e tu? Abiti qui da molto?-
Continuai a parlarle in tono scherzoso, per terminare con quella domanda assolutamente banale, ma non avrei saputo cos'altro dirle.... -
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Madison Nichole Landner
Dato che la situazione si stava evolvendo in quel modo, silenziosamente mi voltai arretrando di qualche passo, andando così a sedermi a terra poco distante dal ragazzo. Ascoltavo le sue parole sinceramente curiosa, anche se le iridi continuavano a fissare altrove.
Che coincidenza. Anche io mi sono trasferita da poco. Una settimana, più o meno, cominciai a rispondere, sorpresa di aver trovato tanto facilmente un argomento di conversazione.
Vengo dal Canada. È per questo che mi piace tanto questo lago. Mi ricorda la mia città, dissi, tutto d’un fiato. Me ne meravigliai subito dopo aver proferito l’ultima sillaba. Solitamente non ero così prodiga di particolari sulla mia vita. Non chiesi al ragazzo da dove si fosse trasferito lui; se avesse voluto me lo avrebbe rivelato di sua spontanea volontà.. -
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Adam Reed
Mi sorpresi un pò nel vederla avvicinarsi a me fino a quando non prese posto al mio fianco.
Avrei voluto domandarle di raggiungermi prima, ma lei mi aveva preceduto ed io ero stato sviato -in un certo senso- dalla sua freddezza...che probabilmente era apparente o solo perfettamente giustificata dal fatto che io e lei non ci eravamo mai visti prima di allora.
Avendo un carattere tutt'altro che chiuso, ero in leggera difficoltà quando mi trovavo di fronte a qualcuno che sembrava così diverso da me.
-Capisco...io sono qui da più tempo...giusto quel tanto che è servito per rendere casa abitabile dopo il trasloco-
Spiegai con un sorriso, tenendo ancora "abbracciata" la chitarra acustica.
-In effetti questo lago è splendido e, di sicuro lo sarà anche il Canada...non saprei dirti: non ci sono mai stato. Io vengo da un posto totalmente differente, l'Australia...quindi diciamo che questo posto non assomiglia a casa mia, ma è davvero rilassante-
Ecco, forse stavo già superando quel momento di incertezza che mi aveva provocato il suo comportamento un pò distaccato...ero sempre abbastanza espansivo.. -
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Madison Nichole Landner
Ora che sedevo a terra, abbracciando le ginocchia e inarcando un poco la schiena, il volto era completamente rivolto verso il ragazzo. Le iridi cristalline lo fissavano, senza paura di provocare disagio. Sembrava un tipo espansivo, e dopotutto non avevo fatto alcuna conoscenza fino a quel momento, da quando cioè mi ero trasferita.
Beh sei fortunato, allora. Casa mia è un inferno, ci sono scatoloni ovunque. Non che mi dispiacesse dover disfare tutti i bagagli e sistemare i mobili, anzi in qualche modo mi rilassava.
Australia, dissi, tornando per un poco ad osservare altrove. Mi piacerebbe visitarla. Avvicinai la mancina al volto per spostare una ciocca bionda dietro l’orecchio, tornando così ad osservare lo sconosciuto e a sorridergli.
Mi chiamo Nichole, gli rivelai porgendo la mano, presentandomi col mio secondo nome. Se dovevo ricominciare, dovevo cambiare ogni cosa.. -
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Adam Reed
Sospirai ed una nuvoletta di vapore venne prodotta dalle mie labbra dischiuse.
Finalmente lei si voltò completamente verso di me, concedendomi la sua attenzione e ciò, non so perchè, mi fece sorridere.
-Non mi dispiacevano così tanto gli scatoloni...ma vivo con altre quattro persone...e anche se la nuova casa è abbastanza grande, non è facile muoversi con tutta quella confusione-
E la confusione, unita alle lamentele di mia sorella, diventava insopportabile.
Mio fratello sembrava il più contento del casino...lui giocava ad utilizzare gli scatoloni come ostacoli per lo skate.
-Adam-
Dissi quasi sorpreso e in maniera automatica, risponendo alla sua presentazione.
Mi ero dimenticato di dirle come mi chiamavo...bravo idiota.
Le porsi la mano sollevandola all'altezza del petto e avvicinandola a lei.. -
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Madison Nichole Landner
Strinsi la mano che, in risposta, mi aveva porto. Fare conoscenza era più facile di quanto ricordassi.
Piacere Adam. Quando ebbi lasciato la presa avvicinai la mano alla tasca posteriore dei miei jeans, dalla quale tirai fuori un pacchetto di sigarette un po’ schiacciato e un accendino rosso. Aprii il pacchetto e ne estrassi una, portai alle labbra il filtro e ispirai mentre avvicinavo l’accendino all’altra estremità.
Fumi? chiesi, porgendo il pacchetto ad Adam.
Io invece vivo da sola, dissi intanto. Ho un appartamento. Nuvole di fumo si alzavano al cielo mentre parlavo.. -
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Adam Reed
Le restituii la stretta di mano e allentai la presa nello stesso momento in cui lo fece lei.
-Non fumo da quando avevo 14 anni...-
Dissi ridendo e guardando in maniera strana il pacchetto di sigarette che mi porgeva, ma senza toccarlo...stavo ancora pensando se accettare o meno.
-Deve essere bello vivere da solo, ma io preferisco stare in compagnia...quando potrò permettermelo prenderò anche io un appartamento...anzi no, una casa, sul mare, come quella che avevo in Australia...o forse riuscitò a riacquistare proprio quella-
Risposi con aria sognante..
"The Streets of Love" |
